RECENSIONE: La guerra dei sette anni di Marian Füssel

La guerra dei sette anni in Italia è misconosciuta e spesso gli abitanti del Bel Paese confondono Federico il Grande con Federico II di Svevia.

Per cui, se vi volete fare un minimo di cultura su quello che fu il primo autentico conflitto mondiale, bene, questo agile saggio fa per voi: finalmente vi doterete delle conoscenze di base su una guerra che fece un milione di morti, che fu combattuta in Europa, America del Nord, Caraibi, sub continente indiano, Filippine e continente africano.

Un conflitto che ridisegnò gli equilibri di potenza nel settecento, ed in cui per la prima volta giocarono un ruolo importante le opinioni pubbliche europee, la stampa ed anche quelle che potremmo definire come le prime “multinazionali”, ovvero le varie “compagnie delle Indie”.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: La guerra di Corea di Steven Hugh Lee

Il conflitto che tra il 1950 ed il 1952 insanguinò la penisola coreana costituisce la genesi di quella che per decenni fu definita “guerra fredda”.

Fu una guerra che ebbe conseguenze globali: l’entrata della Germania nella NATO, l’emergere della Cina sulla scena mondiale, l’avvio della corsa agli armamenti, il trattato di pace con il Giappone, i riflessi su quella che negli anni successivi fu la guerra del Vietnam.

Uno scenario bellico e politico diplomatico in cui, per la prima volta nella storia umana, era presente l’arma nucleare come sistema d’arma di cui si poteva fare un uso “ragionato e razionale”… tanto è vero che gli strateghi statunitensi più volte valutarono tale opzione.

Un testo da leggere, che ci permette di comprendere al meglio le origini del l’attuale situazione politico militare nella penisola coreana.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: M. Il figlio del secolo di Antonio Scurati

Per un appassionato di storia, questa opera ha un grande pregio: è fruibile da chi appassionato di storia non è.

Il linguaggio è scorrevole, anche godibile. Sopra tutto, riesce, nonostante lo spessore (in senso fisico, oltre 800 pagine) a raccontare, come se fosse un romanzo d’avventura, i complicati avvenimenti che occorsero in Italia tra la fine della I guerra mondiale ed il delitto Matteotti: cinque anni di vita di una nazione.

La ricostruzione dei fatti è accurata, e la scelta di centrare l’attenzione sulla figura di Benito Mussolini, anche per ciò che riguarda la sua vita privata, è quasi un atto dovuto.

È un testo “di parte”: nonostante le forti critiche agli uomini ed alle forze politiche “non fasciste”, per la loro incapacità di cogliere la novità del movimento fascista e di opporsi in modo vincente ad esso, traspare chiaramente, dalla prima all’ultima pagina, non solo la condanna senza appello al movimento fascista, ma in primo luogo all’uomo e al politico Mussolini.

Anche questo giudizio ci sta, uno storico per definizione non è mai neutrale: non si limita a raccontare i fatti, cerca di interpretarli.

Quello che lascia un poco perplessi è la “tipologia” di giudizio che l’autore emette, in primo luogo verso Mussolini, di riflesso sul fenomeno storico del fascsmo.

È un giudizio etico, morale, eccessivamente incentrato sui comportamenti dell’individuo “Mussolini”: facendo un parallelo storico, è come se si criticasse il maoismo partendo dalle abitudini sessuali di Mao Tse Tung.

È un limite dell’opera, e forse è giusto che sia così: vi apprestate a leggere un romanzo, non un saggio di storia.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: La guerra d’indipendenza americana di Stephen Conway

Un testo ideale per chi vuole avvicinarsi, sapendone poco o nulla, alla Rivoluzione che precedette di pochi anni l’inizio di quella che viene definita “storia contemporanea”.

Il testo è interessante perché non si limita a ripercorrere gli avvenimenti politici e militari che portarono alla fondazione degli Stati Uniti d’America, ma pone l’accento sul carattere mondiale (oggi si direbbe globale) del conflitto che contrappose l’Inghilterra alle sue colonie nord americane: una caratteristica che fu alla base dell’ottenimento dell’indipendenza, dopo cinque anni di conflitto.

Altrettanto interessante il capitolo dedicato alle conseguenze della guerra sui civili delle varie parti in causa, sia da un punto di vista economico che di quello delle convinzioni politiche e dello stile di vita.

Un testo agile e godibile, insomma, dedicato ai tanti, troppi, italiani che di questa guerra hanno, nelle migliori delle ipotesi, una cultura filmica hollyvoodiana.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.