Tre recensioni in una: menzogna, politica, informazione e spie

Tre opere da leggere insieme, una di fila all’altra.

Iniziamo da un classico La menzogna in politica di Hannah Arendt.

Un testo conciso, scritto nel 1972 a commento della pubblicazione dei Pentagon Papers, ai tempi della guerra in Vietnam.

Mutatis mutandis, un’analisi delle ragioni dell’uso della menzogna nei processi decisionali che può ben essere applicata alla realtà contemporanea e quotidiana.

Poi andiamo sul “difficile” con il saggio di Caligiuri e Pagani dal titolo Disinformare: ecco l’arma.

Arendt è complessa ma godibile, mentre in questo caso si tratta di una “doppia intervista” di due esperti che vanno non solo “meditati”, ma anche digeriti. Un approfondimento su disinformazione e social network. Non per fare spoiler ma, come evidenzia il titolo, è soprattutto una emergenza educativa e di capacità di lettura critica della realtà.

 

Con Domenico Vecchiarino e il suo La guerra fredda non è mai finita siamo alla terza puntata del nostro giro in giro librario su intelligence, menzogna, ragion di Stato nella “politica”. Un testo decisamente meno complesso dei precedenti, i cui concisi capitoli raccontano storie di spie e di segreti… anche molto vicini ai giorni nostri, come il racconto degli aiuti russi all’Italia del COVID… dalla Russia con amore.

 

Disponibili presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Guerra senza odio di Erwin Rommel

Nei primi anni Cinquanta la vedova di Erwin Rommel riordinò e diede alle stampe le memorie e i diari del generale, memorie relative alle campagne d’Africa dell’ufficiale tedesco.

Si tratta di memorie spurie, in quanto la “volpe del deserto” (soprannome affibbiatogli dal suo nemico inglese, un soprannome non certo elogiativo, visto come i britannici considerano le volpi) distrusse già tra il 1943 e il 1944 alcuni documenti e scritti, in quanto era finito sotto osservazione da parte della Gestapo.

Si tratta comunque di documenti interessanti, anche perché emerge chiaramente la graduale disillusione di Rommel nei confronti del regime nazista e fascista, soprattutto perché si vedeva negate le risorse necessarie per condurre in maniera adeguata la campagna: parafrasando, senza uomini, armi e carburante non poteva cantare messe.

Un ultimo inciso sul titolo del volume, certamente non consono a un alto ufficiale combattente: farina del sacco della moglie, una farina alquanto contaminata dal rifiuto tedesco del secondo dopoguerra verso la tragedia di un conflitto innescato dalla Germania nazista.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Profeti, oligarchi e spie di Franco Bernabè e Massimo Gaggi

Gli autori con il capitalismo, in particolare quello italiano, ci hanno avuto e ci hanno molto a che fare.

Può generare quindi sorpresa la loro lettura critica, talvolta preoccupata, di come è nato e si è sviluppato il grande affare della digitalizzazione.

L’opera ha un grande pregio, ovvero quello di accompagnare il lettore nella storia, complessa e frenetica, dello sviluppo del capitalismo digitale, partendo dalla sua nascita (innovativa, finanziaria, normativa).

Senza fare spoiler, le conclusioni sono quelle di una notevole preoccupazione degli autori che, benché liberisti e liberali, sottolineano da più punti di vista la necessità di un intervento regolatore statale.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Misteri persiani (LIMES)

Ed. Maggio 2024

Quando si esiste perché esiste un nemico, hai un problema.

È il dilemma politico e strategico in cui si trova la Repubblica Islamica Iraniana: enormi problemi economici, forte instabilità interna (sia generazionale, sia di genere, sia culturale), sia etnica… la legittimazione deriva dai due “Satana”, il grande (gli U.S.A.) e il piccolo (Israele).

Il tutto condito da altri contrasti, neppure troppo sotto traccia: con il mondo, la religione e la cultura araba (sunniti versus sciiti, persiani versus arabi), per non tralasciare l’ingombrante vicino turco (che non esita a infastidire, in alleanze “strane” con Israele, il confine caucasico iraniano con l’Azerbaigian).

Insomma, grande è la confusione sotto il cielo del Medio Oriente e questo volume è un ottimo strumento per fare piazza pulita di molti luoghi comuni che ci vengono propinati dai mass media e dai social.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Il processo a Julian Assange. Storia di una persecuzione di Nils Melzer

L’autore, Nils Melzer, non è uno qualunque: dal 2016 al 2022 è stato relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura.

Incappa quasi per caso nell’odissea giudiziaria del leader di Wikileaks, Julian Assange: la prima reazione è infastidita, come è possibile ritenere che un tipo del genere, accusato di stupro da una delle più quotate democrazie planetarie, la Svezia, sia sottoposto a tortura?

Lo studio del caso, certosino e accurato, lo porta a cambiare radicalmente opinione e convincimenti.

Mils Melzer giunge alla conclusione che ben quattro governi (USA, Regno Unito, Svezia e Ecuador) per oltre dieci anni abbiano sottoposto Julian Assange a torture fisiche, mentali e psicologiche degne dei peggiori regimi autoritari, raccontando o costruendo castelli di pratiche basate sul falso e la mala fede.

La ragione di tutto ciò? Far capire a tutti i whistleblower  (ovvero quei cittadini che denuncino le condotte illecite, o pericoli di cui sono venuti a conoscenza, all’organizzazione stessa, all’autorità giudiziaria o le rendano pubbliche attraverso i media o le associazioni ed enti) del futuro che rendere pubbliche le malefatte e le azioni illegali di uno stato può costare molto caro, sino a rimetterci la vita o la salute mentale.

Il tutto con buona pace della libertà di stampa e del diritto dell’opinione pubblica a essere informata.

Un testo appunto certosino e che, a un primo approccio, può sembrare eccessivamente documentato e “preciso”: un’ulteriore dimostrazione, da parte dell’autore, di come anche lui sia stato sottoposto a fortissime pressioni da parte di chi perseguitava e perseguita non tanto Julian Assange, ma tutti coloro che hanno il coraggio di essere onesti con sé stessi e il mondo.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Fine della guerra (LIMES)

Limes ed. aprile 2024

È sufficiente un articolo, due lettere, perché un significante acquisti diversi significati.

Lo stesso accade per questa monografia, dove è sufficiente mettere davanti a “fine della guerra” l’articolo “il” piuttosto che l’articolo “la”, affinché si affrontino due argomenti differenti, anche se collegati.

“La” fine della guerra è quella che tutti gli umani auspicano sin dagli albori della storia: un auspicio particolarmente sentito in questi ultimi due anni da noi europei, prima scioccati dalla guerra ucraina, poi dall’ennesimo conflitto arabo israeliano.

Ma una guerra per terminare, per finire, richiede che i contendenti, o almeno quello che poi prevale, abbia ben chiaro quale è l’end state che vuole raggiungere, ovvero “il” fine: e, nelle guerre che osserviamo sui social in questi mesi, l’obiettivo dei conflitti in corso non solo appare sfumato e nebbioso (qui siamo figli dei conflitti tipo “guerra al terrorismo”) a noi spettatori, ma anche e soprattutto ai contendenti.

È una situazione che questa monografia di Limes prova ad affrontare, ma non aspettatevi risposte esaustive e definitive: in fin dei conti la fog of war è un’altra caratteristica ambientale dei conflitti armati.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Fascismo e populismo. Mussolini oggi di Antonio Scurati

Poco meno di 100 pagine, scrittura di una relazione tenuta nel 2022 a Ginevra.

Ecco la cornice di questa opera di Antonio Scurati, che sin dal titolo segnala un obiettivo ambizioso: segnalare i link tra quello che è stato il fascismo e quello che era, ed è, il populismo.

Un link che Scurati individua non tanto nei fenomeni e nelle esibizioni di nicchia di qualche decina di nostalgici del ventennio, bensì nel modo di rapportarsi alle masse e alla politica del Mussolini uomo politico, e che riassume egregiamente in alcuni slogan da “Io sono il popolo” a “guidare seguendo”.

Un’analisi, lessicale e quindi politica, che val la pena di leggere.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

LA RAI NON TRASMETTE IL MONOLOGO DI SCURATI? VE LO FACCIAMO VEDERE E ASCOLTARE NOI


Tutti noi in questi giorni abbiamo assistito al poco dignitoso comportamento della #RAI, riguardante la mancata trasmissione del monologo di #Antonio Scurati (60 secondi) sul 25 aprile. Cerchiamo di metterci noi “una pezza”, riproponendovi l’incontro “Fascismo e guerra”, organizzato da Eirene Studi per la Pace e tenutasi, proprio con Antonio Scurati, lo scorso 3 marzo 2023. Buona visione e buon ascolto!

RECENSIONE: Quando il futuro sarà storia di J. Robert Oppenheimer

È una raccolta di interventi, per l’esattezza otto, davanti ai pubblici più disparati: generali, studenti, accademici, semplici cittadini.

Il relatore è Robert Oppenheimer, uno dei “padri” delle bombe atomiche che annichilirono Hiroshima e Nagasaki.

Non aspettatevi otto lunghi concioni contro la follia della guerra nucleare, Oppenheimer non è così banale: è perfettamente consapevole dell’enorme cambiamento, generato dalle sue scoperte, nei rapporti tra esseri umani (e la guerra è un rapporto tra umani).

Ciò detto, cerca delle risposte per governare questa incredibile nuova situazione, il tutto con alcuni fermi punti di riferimento: la libertà dell’uomo, il suo diritto alla ricerca della felicità, il dovere di preservare il miglior strumento imperfetto a nostra disposizione per governare, ossia la democrazia.

Una ricerca di risposte continua e razionale, perché, per citare lo stesso Oppenheimer, “l’unica maniera per evitare l’errore è scoprirlo e l’unica maniera per scoprirlo è essere liberi d’indagare”.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: L’impero interrotto di Michael Schuman

Siamo abituati a leggere, talvolta studiare, la storia da un punto di vista europeo.

Tuttavia, se fossimo un cittadino cinese, la prospettiva sarebbe totalmente diversa e i dati che manderemmo a memoria poco avrebbero a che fare con Alessandro Magno, Giulio Cesare o Cristoforo Colombo.

Se volete capire come vede il mondo un cinese, ebbene leggetevi questo saggio: avrete qualche sorpresa inaspettata, prima tra tutte che per “loro”, i cinesi e la loro élite, i barbari siamo noi e il centro del pianeta sono appunto “loro”.

Una percezione della realtà che viene da lontano, parecchi secoli, e che è arrivata sino ai giorni nostri.

In questa percezione, basata sulla predominanza dell’impero di mezzo a livello planetario, vi è stata una breve interruzione, durata dal 1800 e rotti sino al 1948, ma ora tutto è tornato “normale”, e la Cina chiede, forse pretende, un ampio e comodo posto al sole.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.