Tre opere da leggere insieme, una di fila all’altra.
Iniziamo da un classico La menzogna in politica di Hannah Arendt.
Un testo conciso, scritto nel 1972 a commento della pubblicazione dei Pentagon Papers, ai tempi della guerra in Vietnam.
Mutatis mutandis, un’analisi delle ragioni dell’uso della menzogna nei processi decisionali che può ben essere applicata alla realtà contemporanea e quotidiana.
Poi andiamo sul “difficile” con il saggio di Caligiuri e Pagani dal titolo Disinformare: ecco l’arma.
Arendt è complessa ma godibile, mentre in questo caso si tratta di una “doppia intervista” di due esperti che vanno non solo “meditati”, ma anche digeriti. Un approfondimento su disinformazione e social network. Non per fare spoiler ma, come evidenzia il titolo, è soprattutto una emergenza educativa e di capacità di lettura critica della realtà.
Con Domenico Vecchiarino e il suo La guerra fredda non è mai finita siamo alla terza puntata del nostro giro in giro librario su intelligence, menzogna, ragion di Stato nella “politica”. Un testo decisamente meno complesso dei precedenti, i cui concisi capitoli raccontano storie di spie e di segreti… anche molto vicini ai giorni nostri, come il racconto degli aiuti russi all’Italia del COVID… dalla Russia con amore.
Disponibili presso la biblioteca del Centro Eirene.