RECENSIONE: Guerra senza odio di Erwin Rommel

Nei primi anni Cinquanta la vedova di Erwin Rommel riordinò e diede alle stampe le memorie e i diari del generale, memorie relative alle campagne d’Africa dell’ufficiale tedesco.

Si tratta di memorie spurie, in quanto la “volpe del deserto” (soprannome affibbiatogli dal suo nemico inglese, un soprannome non certo elogiativo, visto come i britannici considerano le volpi) distrusse già tra il 1943 e il 1944 alcuni documenti e scritti, in quanto era finito sotto osservazione da parte della Gestapo.

Si tratta comunque di documenti interessanti, anche perché emerge chiaramente la graduale disillusione di Rommel nei confronti del regime nazista e fascista, soprattutto perché si vedeva negate le risorse necessarie per condurre in maniera adeguata la campagna: parafrasando, senza uomini, armi e carburante non poteva cantare messe.

Un ultimo inciso sul titolo del volume, certamente non consono a un alto ufficiale combattente: farina del sacco della moglie, una farina alquanto contaminata dal rifiuto tedesco del secondo dopoguerra verso la tragedia di un conflitto innescato dalla Germania nazista.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

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