RECENSIONE: Scipione l’Africano di Gastone Breccia

Una figura poco conosciuta, quella di Scipione detto l’Africano.

Eppure è grazie a quest’uomo che la Res Publica Romana vince la seconda guerra punica, portando la guerra fuori dalla penisola italiana: prima in Spagna, poi direttamente sul territorio africano.

Publio Cornelio Scipione è un innovatore, sia in campo tattico che strategico. Sfrutta la sua intelligenza, e il suo profondo senso del tempo e della velocità, per risolvere la scarsità di risorse che la Repubblica e il Senato romani gli mettono a disposizione.

Perché nella Roma dell’Africano guerra e politica sono strettamente connesse e questo vale in particolare per il Senato della seconda guerra punica, dove si scontrano gli interessi di due fazioni: quella che si concentra sulla conquista della Pianura Padana e la sua controparte, che aspira a un’egemonia sull’intero bacino mediterraneo, in nuce un’egemonia imperiale.

Dopo la vittoria di Zama, Scipione terrà un atteggiamento molto defilato a livello politico, non sfruttando appieno la fama che gli avrebbe permesso di raggiungere, con oltre un secolo di anticipo, i livelli di Giulio Cesare e di Ottaviano Augusto: rigore morale o miopia?

Ciò detto, Publio Cornelio Scipione avrà un ruolo importante, se non fondamentale, nelle vicende che porteranno Roma, una volta uscita vittoriosa dallo scontro con Cartagine, ad avviare una serie di campagne militari che la porteranno al controllo di tutto il mondo ellenistico, dalla Grecia alla Siria.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

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