I primi otto mesi, da maggio a dicembre 1915, dell’entrata dell’Italia nella Grande guerra sono spesso poco analizzati dagli storici.
Nel saggio di Gastone Breccia, si punta l’attenzione su questo periodo. Il volume si concentra in particolar modo sull’incapacità degli Stati maggiori italiani di far tesoro di quanto appreso, con decine di migliaia di caduti, da altri Stati e in altri conflitti (si pensi alla guerra russo-giapponese del 1905), e sulle conseguenze tragiche del nuovo modo di far la guerra, una guerra industriale, dove a ben poco servivano lo spirito garibaldino o i dettami napoleonici.
Un’incapacità di comprendere il nuovo che si tramuterà non solo nello sterminio di intere generazioni, spesso accorse alle armi in modo volontario, ma che trascinerà il Paese in altri tre anni di guerra di usura, oltre a costruire i presupposti sociali ed economici dei grandi movimenti politici totalitari, dalla Russia dei soviet al fascismo e al nazismo di Italia e Germania.
Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.