RECENSIONE: Profeti, oligarchi e spie di Franco Bernabè e Massimo Gaggi

Gli autori con il capitalismo, in particolare quello italiano, ci hanno avuto e ci hanno molto a che fare.

Può generare quindi sorpresa la loro lettura critica, talvolta preoccupata, di come è nato e si è sviluppato il grande affare della digitalizzazione.

L’opera ha un grande pregio, ovvero quello di accompagnare il lettore nella storia, complessa e frenetica, dello sviluppo del capitalismo digitale, partendo dalla sua nascita (innovativa, finanziaria, normativa).

Senza fare spoiler, le conclusioni sono quelle di una notevole preoccupazione degli autori che, benché liberisti e liberali, sottolineano da più punti di vista la necessità di un intervento regolatore statale.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Misteri persiani (LIMES)

Ed. Maggio 2024

Quando si esiste perché esiste un nemico, hai un problema.

È il dilemma politico e strategico in cui si trova la Repubblica Islamica Iraniana: enormi problemi economici, forte instabilità interna (sia generazionale, sia di genere, sia culturale), sia etnica… la legittimazione deriva dai due “Satana”, il grande (gli U.S.A.) e il piccolo (Israele).

Il tutto condito da altri contrasti, neppure troppo sotto traccia: con il mondo, la religione e la cultura araba (sunniti versus sciiti, persiani versus arabi), per non tralasciare l’ingombrante vicino turco (che non esita a infastidire, in alleanze “strane” con Israele, il confine caucasico iraniano con l’Azerbaigian).

Insomma, grande è la confusione sotto il cielo del Medio Oriente e questo volume è un ottimo strumento per fare piazza pulita di molti luoghi comuni che ci vengono propinati dai mass media e dai social.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Il processo a Julian Assange. Storia di una persecuzione di Nils Melzer

L’autore, Nils Melzer, non è uno qualunque: dal 2016 al 2022 è stato relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura.

Incappa quasi per caso nell’odissea giudiziaria del leader di Wikileaks, Julian Assange: la prima reazione è infastidita, come è possibile ritenere che un tipo del genere, accusato di stupro da una delle più quotate democrazie planetarie, la Svezia, sia sottoposto a tortura?

Lo studio del caso, certosino e accurato, lo porta a cambiare radicalmente opinione e convincimenti.

Mils Melzer giunge alla conclusione che ben quattro governi (USA, Regno Unito, Svezia e Ecuador) per oltre dieci anni abbiano sottoposto Julian Assange a torture fisiche, mentali e psicologiche degne dei peggiori regimi autoritari, raccontando o costruendo castelli di pratiche basate sul falso e la mala fede.

La ragione di tutto ciò? Far capire a tutti i whistleblower  (ovvero quei cittadini che denuncino le condotte illecite, o pericoli di cui sono venuti a conoscenza, all’organizzazione stessa, all’autorità giudiziaria o le rendano pubbliche attraverso i media o le associazioni ed enti) del futuro che rendere pubbliche le malefatte e le azioni illegali di uno stato può costare molto caro, sino a rimetterci la vita o la salute mentale.

Il tutto con buona pace della libertà di stampa e del diritto dell’opinione pubblica a essere informata.

Un testo appunto certosino e che, a un primo approccio, può sembrare eccessivamente documentato e “preciso”: un’ulteriore dimostrazione, da parte dell’autore, di come anche lui sia stato sottoposto a fortissime pressioni da parte di chi perseguitava e perseguita non tanto Julian Assange, ma tutti coloro che hanno il coraggio di essere onesti con sé stessi e il mondo.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Fine della guerra (LIMES)

Limes ed. aprile 2024

È sufficiente un articolo, due lettere, perché un significante acquisti diversi significati.

Lo stesso accade per questa monografia, dove è sufficiente mettere davanti a “fine della guerra” l’articolo “il” piuttosto che l’articolo “la”, affinché si affrontino due argomenti differenti, anche se collegati.

“La” fine della guerra è quella che tutti gli umani auspicano sin dagli albori della storia: un auspicio particolarmente sentito in questi ultimi due anni da noi europei, prima scioccati dalla guerra ucraina, poi dall’ennesimo conflitto arabo israeliano.

Ma una guerra per terminare, per finire, richiede che i contendenti, o almeno quello che poi prevale, abbia ben chiaro quale è l’end state che vuole raggiungere, ovvero “il” fine: e, nelle guerre che osserviamo sui social in questi mesi, l’obiettivo dei conflitti in corso non solo appare sfumato e nebbioso (qui siamo figli dei conflitti tipo “guerra al terrorismo”) a noi spettatori, ma anche e soprattutto ai contendenti.

È una situazione che questa monografia di Limes prova ad affrontare, ma non aspettatevi risposte esaustive e definitive: in fin dei conti la fog of war è un’altra caratteristica ambientale dei conflitti armati.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Fascismo e populismo. Mussolini oggi di Antonio Scurati

Poco meno di 100 pagine, scrittura di una relazione tenuta nel 2022 a Ginevra.

Ecco la cornice di questa opera di Antonio Scurati, che sin dal titolo segnala un obiettivo ambizioso: segnalare i link tra quello che è stato il fascismo e quello che era, ed è, il populismo.

Un link che Scurati individua non tanto nei fenomeni e nelle esibizioni di nicchia di qualche decina di nostalgici del ventennio, bensì nel modo di rapportarsi alle masse e alla politica del Mussolini uomo politico, e che riassume egregiamente in alcuni slogan da “Io sono il popolo” a “guidare seguendo”.

Un’analisi, lessicale e quindi politica, che val la pena di leggere.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

LA RAI NON TRASMETTE IL MONOLOGO DI SCURATI? VE LO FACCIAMO VEDERE E ASCOLTARE NOI


Tutti noi in questi giorni abbiamo assistito al poco dignitoso comportamento della #RAI, riguardante la mancata trasmissione del monologo di #Antonio Scurati (60 secondi) sul 25 aprile. Cerchiamo di metterci noi “una pezza”, riproponendovi l’incontro “Fascismo e guerra”, organizzato da Eirene Studi per la Pace e tenutasi, proprio con Antonio Scurati, lo scorso 3 marzo 2023. Buona visione e buon ascolto!

RECENSIONE: Quando il futuro sarà storia di J. Robert Oppenheimer

È una raccolta di interventi, per l’esattezza otto, davanti ai pubblici più disparati: generali, studenti, accademici, semplici cittadini.

Il relatore è Robert Oppenheimer, uno dei “padri” delle bombe atomiche che annichilirono Hiroshima e Nagasaki.

Non aspettatevi otto lunghi concioni contro la follia della guerra nucleare, Oppenheimer non è così banale: è perfettamente consapevole dell’enorme cambiamento, generato dalle sue scoperte, nei rapporti tra esseri umani (e la guerra è un rapporto tra umani).

Ciò detto, cerca delle risposte per governare questa incredibile nuova situazione, il tutto con alcuni fermi punti di riferimento: la libertà dell’uomo, il suo diritto alla ricerca della felicità, il dovere di preservare il miglior strumento imperfetto a nostra disposizione per governare, ossia la democrazia.

Una ricerca di risposte continua e razionale, perché, per citare lo stesso Oppenheimer, “l’unica maniera per evitare l’errore è scoprirlo e l’unica maniera per scoprirlo è essere liberi d’indagare”.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: L’impero interrotto di Michael Schuman

Siamo abituati a leggere, talvolta studiare, la storia da un punto di vista europeo.

Tuttavia, se fossimo un cittadino cinese, la prospettiva sarebbe totalmente diversa e i dati che manderemmo a memoria poco avrebbero a che fare con Alessandro Magno, Giulio Cesare o Cristoforo Colombo.

Se volete capire come vede il mondo un cinese, ebbene leggetevi questo saggio: avrete qualche sorpresa inaspettata, prima tra tutte che per “loro”, i cinesi e la loro élite, i barbari siamo noi e il centro del pianeta sono appunto “loro”.

Una percezione della realtà che viene da lontano, parecchi secoli, e che è arrivata sino ai giorni nostri.

In questa percezione, basata sulla predominanza dell’impero di mezzo a livello planetario, vi è stata una breve interruzione, durata dal 1800 e rotti sino al 1948, ma ora tutto è tornato “normale”, e la Cina chiede, forse pretende, un ampio e comodo posto al sole.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Il cappello dell’imperatore di Arianna Arisi Rota

Se per caso passate dalle parti di Sala Balaganza, nei pressi di Parma, cercate l’Oratorio della Rocca: troverete un affresco che immortala “San Napoleone martire”, dipinto intorno al 1830.

Un piccolo esempio del culto dell’immagine sviluppatosi intorno al grande generale e avviato da nostalgici, reduci (anche in chi vedeva in Bonaparte l’alfiere della libertà rivoluzionaria francese) sin dai tempi dell’esilio a Sant’Elena.

Una vera e propria, forse la prima, campagna d’immagine della età contemporanea, che si snoda attraverso souvenir, merchandising, memorie, falsi e operazioni economiche… una campagna lanciata dallo stesso Napoleone, dal suo esilio in mezzo all’Atlantico.

Una campagna d’immagine che attraversa l’intero pianeta, rimbalzando tra le due sponde dell’Atlantico, popolata da avventurieri e collezionisti maniacali, e che arriva sino ai giorni nostri: nel 2022 la chiave della serratura della camera di Napoleone a Sant’Elena è stata aggiudicata all’asta per il modico prezzo di quasi 82.000 sterline.

Insomma, il piccolo generale corso ha qualcosa da insegnarci anche nell’agit-prop .

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Il fronte russo di Luca Steinmann

Quando inizierete a leggere questo “libro-reportage”, sin dalle prime pagine non potrete che provare ammirazione e rispetto per l’autore, Luca Steinmann.

A dispetto del nome, è un giornalista italiano che all’inizio del 2022 ha un’intuizione ragionata: sta per accadere qualcosa di enorme in quella che ai tempi era una zona dimenticata dell’Ucraina, il Donbass.

Con varie peripezie riesce a raggiungere questi strani territori, oggetto di una guerra civile dimenticata in corso da vari anni, e di trovarsi sul lato russo del fronte quando la Federazione Russa dà il via alla “operazione militare speciale” contro l’Ucraina.

Steinmann non è un “putiniano”, vuole solo raccontare ciò che vede e sente, talvolta inimicandosi anche le autorità politiche e militari russe e filo russe: insomma vuole fare semplicemente il suo mestiere, quello del giornalista.

Vedere, sentire, raccontare: ci riesce benissimo nel suo libro, che abbraccia quasi due anni di guerra e che si snoda in capitoli brevi ma carichi di significato e di notizie, con uno stile di scrittura che è quello del reportage…. Non è cosa che molti sono in grado di fare, così come sono pochissimi (si possono contare sulle dita di una mano) i giornalisti occidentali che sono riusciti a fare, nel migliore dei modi, il loro mestiere in quella disgraziata e martoriata terra.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.