RECENSIONE: Venezia, la triplice corona di Foscolo: 1645-1649 di Federico Moro

Con l’assedio di Candia (Creta), Venezia si trova a combattere una guerra esistenziale con l’Impero ottomano, guerra che perderà.

Eppure avrebbe potuto vincere, se solo avesse adottato quanto fatto in Dalmazia dal suo provveditore genarle, Ugo Foscolo, che in soli tre anni riduce a mal partito gli eserciti turchi.

Il segreto del suo successo: creare dal nulla un’armata basata su alleanze con le popolazioni locali, ma soprattutto un uso combinato di forze navali e terrestri.

Ciò gli permetterà non solo di contenere i turchi, ma addirittura di ampliare nella zona i territori controllati dalla Repubblica di Venezia.

Ma Venezia non impara la lezione e non estende questo modus operandi al conflitto che la vede contrapposta all’Impero ottomano.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Le guerre del nord 1558-1721 di Robert I. Frost

Per oltre due secoli Svezia, Polonia-Lituania, Prussia e Principato di Moscova si scontrarono ferocemente per il controllo del Baltico, e questo senza considerare “attori secondari” quali Inghilterra e Danimarca.

Un conflitto che vide in azione personaggi storici di primo piano, quali Pietro il Grande e Gustavo Adolfo, e che si intersecò con la rivoluzione militare europea settecentesca.

È un aspetto della storia europea poco conosciuto nel Bel Paese, ma urge un aggiornamento in materia, visto quel che sta succedendo ora da quelle parti, e si sa come i precedenti storici siano importanti per comprendere il presente.

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RECENSIONE: Kursk 1943 di Robert Forczyk

I territori dove attualmente si combatte il conflitto russo ucraino sono gli stessi dove, nel luglio del 1943, la Germania nazista lanciò la sua ultima grande offensiva terrestre contro l’Unione Sovietica, con l’operazione “Cittadella”.

Solo per questa ragione il testo sarebbe da leggere, ma non solo prima tra tutte la segnalazione dell’autore di come i due contendenti nell’estate di ottant’anni fa commisero numerosi errori “da principianti”: la sottovalutazione della catena logistica e degli ostacoli determinati dai campi minati da parte della Germania e il pessimo utilizzo delle riserve per i contrattacchi da parte dei sovietici.

Dulcis in fundo, l’autore “smitizza” buona parte della agiografia stalinista sulla battaglia, spesso descritta come un conflitto che vedeva centinaia di carri armati affrontarsi nelle steppe ucraine, per non parlare del celeberrimo carro Tigre nazista “speronato” dal coraggioso carro sovietico T34.

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RECENSIONE: La guerra del Friuli di Riccardo Caimmi

Due secoli prima della Grande Guerra, austriaci e “italiani” (per la precisione la Repubblica di Venezia) si confrontarono, armi alle mani, in luoghi che abbiamo studiato sui libri di storia… un paio di nomi per tutti: Gorizia e Trieste.

Un conflitto dimenticato, che ebbe origine perché Venezia non tollerava sull’uscio di casa le scorrerie dei pirati uscocchi, che erano poi profughi croati fuggiti dal dominio turco e che erano appoggiati (la classica guerra per procura) dagli Asburgo, i quali aspiravano a uno sbocco sull’ Adriatico.

Una guerra condotta con scorrerie e colpi di mano, influenzata dal clima inclemente e dalle scarse vie di comunicazione, in parte simile ma in parte molto differente dalle trincee isontine.

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RECENSIONE: Intelligence, quo vadis? di Paolo Salvatori

Un’accurata rivisitazione storica e politica dei famigerati “servizi segreti”.

In anglosassone queste “istituzioni” (perché in fin dei conti tali sono, regolate da leggi e norme apposite) vengono definite intelligence, un sostantivo che viene dal latino intelligo, e qui troviamo lo zampino di Sant’Agostino, con il suo motto intelligo ut credam, ovvero “comprendo per credere”.

Perché compito di questi istituti è quello di “comprendere”, ovvero di fornire ai decisori politici, quelle informazioni, soprattutto se “segrete”, per prendere le decisioni migliori per una nazione e uno Stato.

Come no, direte voi, e gli omicidi mirati, e i golpe, insomma gli affari sporchi, siano essi made in USA o made in URSS o made in China?

La tesi dell’autore è che si sia trattata di una malsana, anche se protratta nel tempo, deviazione del concetto di intelligence, in questo caso asservita al complesso militare industriale.

Una lettura interessante, soprattutto per un nonviolento, che si ritroverà stranamente a condividere non pochi modi di vedere la realtà dell’autore, un famigerato “agente dei servizi”.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Le tre rivoluzioni di Carlo Cipolla

Basterebbe il nome e il cognome dell’autore, Carlo Cipolla, per dire al lettore che questa raccolta di saggi vale la pena di essere letta.

Si tratta di una trentina di “piccoli studi”, talvolta non più di una decina di pagine, scritti da questo grande studioso di storia economica e sociale in quasi quaranta anni. Saggi che trattano gli argomenti più disparati: dalla svalutazione delle monete medievali al rapporto tra le figure di Maometto e Carlo Magno.

Carlo Cipolla non è solo un grande storico ma anche, e soprattutto, un grande divulgatore e un ottimo scrittore, dotato di un’ironia non facile a trovarsi…. un  testo godibile e piacevole, che non vi annoierà.

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RECENSIONE: La notte di Israele (LIMES)

Ed. settembre 2024

Un viaggio all’interno alle contraddizioni di Israele, in qualche modo smussate e al contempo potenziate alla guerra in corso.

Un testo che ci serve a comprendere come l’area del grigio, tra bianco e nero, prevalga in quello che è lo scacchiere medio orientale e nel mondo arabo, con sfaccettature e contraddizioni che per noi europei non è così semplice conoscere e, soprattutto, comprendere.

Se vi è un dato certo è che la “diplomazia della violenza” impera sovrana in quelle zone del pianeta, ancora di più dopo il 7 ottobre 2023.

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RECENSIONE: La rivolta araba di T. E. Lawrence

È da questo centinaio di pagine che “nacque” il capolavoro di Lawrence D’Arabia, ovvero I sette pilastri della saggezza.

Un poco diario, un poco relazione di un ufficiale ai suoi superiori, soprattutto una dichiarazione d’amore per il deserto e i suoi abitanti, umani e non.

Al di là del valore letterario dell’opera, uno dei pochi testi in cui un occidentale cerca di comprendere, ma soprattutto di condividere, la visione della realtà delle popolazioni nomadi beduine e dei loro leader.

Insomma, un’opera da apprezzare e gustare, anche per avere quel qualcosa in più per ragionare su quanto è accaduto e sta accadendo in Medio Oriente.

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Tre recensioni in una: menzogna, politica, informazione e spie

Tre opere da leggere insieme, una di fila all’altra.

Iniziamo da un classico La menzogna in politica di Hannah Arendt.

Un testo conciso, scritto nel 1972 a commento della pubblicazione dei Pentagon Papers, ai tempi della guerra in Vietnam.

Mutatis mutandis, un’analisi delle ragioni dell’uso della menzogna nei processi decisionali che può ben essere applicata alla realtà contemporanea e quotidiana.

Poi andiamo sul “difficile” con il saggio di Caligiuri e Pagani dal titolo Disinformare: ecco l’arma.

Arendt è complessa ma godibile, mentre in questo caso si tratta di una “doppia intervista” di due esperti che vanno non solo “meditati”, ma anche digeriti. Un approfondimento su disinformazione e social network. Non per fare spoiler ma, come evidenzia il titolo, è soprattutto una emergenza educativa e di capacità di lettura critica della realtà.

 

Con Domenico Vecchiarino e il suo La guerra fredda non è mai finita siamo alla terza puntata del nostro giro in giro librario su intelligence, menzogna, ragion di Stato nella “politica”. Un testo decisamente meno complesso dei precedenti, i cui concisi capitoli raccontano storie di spie e di segreti… anche molto vicini ai giorni nostri, come il racconto degli aiuti russi all’Italia del COVID… dalla Russia con amore.

 

Disponibili presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Guerra senza odio di Erwin Rommel

Nei primi anni Cinquanta la vedova di Erwin Rommel riordinò e diede alle stampe le memorie e i diari del generale, memorie relative alle campagne d’Africa dell’ufficiale tedesco.

Si tratta di memorie spurie, in quanto la “volpe del deserto” (soprannome affibbiatogli dal suo nemico inglese, un soprannome non certo elogiativo, visto come i britannici considerano le volpi) distrusse già tra il 1943 e il 1944 alcuni documenti e scritti, in quanto era finito sotto osservazione da parte della Gestapo.

Si tratta comunque di documenti interessanti, anche perché emerge chiaramente la graduale disillusione di Rommel nei confronti del regime nazista e fascista, soprattutto perché si vedeva negate le risorse necessarie per condurre in maniera adeguata la campagna: parafrasando, senza uomini, armi e carburante non poteva cantare messe.

Un ultimo inciso sul titolo del volume, certamente non consono a un alto ufficiale combattente: farina del sacco della moglie, una farina alquanto contaminata dal rifiuto tedesco del secondo dopoguerra verso la tragedia di un conflitto innescato dalla Germania nazista.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.