RECENSIONE: La fine della pace (LIMES)

Ed. Marzo 2022

Questa monografia di Limes ha avuto un enorme successo, arrivando ad almeno tre ristampe: un fatto inusuale per un periodico di geopolitica.

La ragione di questo successo editoriale sta senza dubbio nella immediatezza della pubblicazione, quasi un instant book sul conflitto ucraino.

Ma lo “stare sul pezzo” degli editori non è andato a detrimento della qualità degli interventi ospitati, che riescono a darci una lettura multilaterale di quel che sta accadendo oggi in Europa, senza decadere in troppo facili, e troppo sponsorizzati, schieramenti per partito preso. Una guerra non è una partita di calcio, e le tifoserie sono uno sberleffo per chi gli orrori della guerra li sta vivendo quotidianamente.

Senza dubbio la guerra in Ucraina ridisegna le relazioni tra le grandi potenze e innesca uno scontro a tutto campo destinato a protrarsi nel tempo.

Ci attendono tregue armate e un futuro tutto da decifrare. Soprattutto per il nostro paese e per il Vecchio Continente, teatro del conflitto e testimone di un lungo periodo di pace che inizia a sfumare. Mentre una Russia in difficoltà nel pantano ucraino guarda alla Cina per sopravvivere.

L’editoriale dal titolo “L’ultima parola ai popoli muti” apre il volume, a cui segue una corposa prima parte (“La guerra d’Ucraina fra strategia e tattica”) dedicata alle sorti del conflitto e alle voci dei contendenti, ucraine, russe ma anche cinesi, americane ed europee. La seconda parte del numero (“Le Europe fra incoscienza e riarmo”) è centrata sulla postura del nostro continente tra il riarmo annunciato della Germania e le inquietudini francesi. Chiude il numero la terza parte (“L’Italia fuori gioco”) dedicata al nostro paese tra affanni e prospettive sul fronte domestico e continentale.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Scipione l’Africano di Gastone Breccia

Una figura poco conosciuta, quella di Scipione detto l’Africano.

Eppure è grazie a quest’uomo che la Res Publica Romana vince la seconda guerra punica, portando la guerra fuori dalla penisola italiana: prima in Spagna, poi direttamente sul territorio africano.

Publio Cornelio Scipione è un innovatore, sia in campo tattico che strategico. Sfrutta la sua intelligenza, e il suo profondo senso del tempo e della velocità, per risolvere la scarsità di risorse che la Repubblica e il Senato romani gli mettono a disposizione.

Perché nella Roma dell’Africano guerra e politica sono strettamente connesse e questo vale in particolare per il Senato della seconda guerra punica, dove si scontrano gli interessi di due fazioni: quella che si concentra sulla conquista della Pianura Padana e la sua controparte, che aspira a un’egemonia sull’intero bacino mediterraneo, in nuce un’egemonia imperiale.

Dopo la vittoria di Zama, Scipione terrà un atteggiamento molto defilato a livello politico, non sfruttando appieno la fama che gli avrebbe permesso di raggiungere, con oltre un secolo di anticipo, i livelli di Giulio Cesare e di Ottaviano Augusto: rigore morale o miopia?

Ciò detto, Publio Cornelio Scipione avrà un ruolo importante, se non fondamentale, nelle vicende che porteranno Roma, una volta uscita vittoriosa dallo scontro con Cartagine, ad avviare una serie di campagne militari che la porteranno al controllo di tutto il mondo ellenistico, dalla Grecia alla Siria.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Vittoria in Vietnam, a cura di Merle L. Pribbenow

Questa è la storia ufficiale della guerra in Vietnam, dal punto di vista dell’esercito popolare del Vietnam.

L’opera, che ripercorre gli anni del conflitto vietnamita, dal 1954 al 1975, non è pertanto il classico saggio su questa guerra, dove con “classico” si intende il punto di vista dell’Occidente in generale e, in particolare, quello degli Stati Uniti.

In questo caso, si tratta del punto di vista dei vincitori e mettete in conto che questi ultimi si rifanno a due culture: quella orientale e quella marxista leninista.

Il lettore occidentale si armi, quindi, di molta pazienza per comprendere il linguaggio utilizzato, intriso di prosopopea, dove gli avversari del Vietnam del Sud sono immancabilmente dei “fantocci” (sic!) manovrati dall’Occidente imperialista.

A ciò aggiunga un atteggiamento che dovrà essere quello di Diogene equipaggiato di lanterna, per individuare se non la verità, almeno i fatti degni di rilievo. Per esempio, nel resoconto storico, l’esercito del Vietnam del Nord, nonché nella sua dirigenza politica, non commette mai errori, bensì un’errata valutazione della situazione oggettiva, subito corretta da un’autocritica marxista leninista.

Ciò detto, il lettore ostinato e paziente avrà modo di approcciarsi a una lettura di un fatto storico che prende in considerazione un punto di vista decisamente diverso dall’abituale… un’occasione da non perdere, visto l’influsso che il conflitto vietnamita ha avuto sull’Occidente.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.