Analisti, sociologi, storici dell’islam e studiosi di politica internazionale, per spiegare quanto sta accadendo tra il mondo musulmano e l’Occidente, hanno posto al centro della questione il colonialismo, il rapporto Nord-Sud del mondo, la religione, l’economia, le istituzioni dei Paesi islamici, la democrazia o la mancanza di democrazia, e così via.
Quella dei rapporti tra le due culture è una storia complessa, deformata nel tempo da luoghi comuni che hanno falsato la verità storica a favore di una narrazione fuorviante: per esempio, la scienza e la filosofia greca non sono giunte in Italia grazie alle traduzioni dall’arabo dei testi greci, e l’Umanesimo e il Rinascimento non sono affatto germogliati a seguito dell’incontro della cultura italiana con quella musulmana.
Il cosiddetto “Rinascimento arabo” fu una parentesi brevissima annientata dalla repressione, che frantumò sul nascere ogni forma di libertà di pensiero, tanto che filosofi come Avempace, Averroè, Avicenna e altri furono assassinati, costretti alla fuga, arrestati o torturati, diversamente da quanto avvenne in Italia.
Fu la riscoperta del mondo greco-romano a indicare all’Europa la via della modernizzazione, del libero mercato e della scienza, diversamente dal mondo islamico, dove l’affermazione della teologia ha dato vita a una società collettivista, rinchiudendo l’orizzonte delle coscienze in un “eterno sacro Medioevo”, impegnato in un conflitto senza fine contro la modernità.
Il saggio dedica ampio spazio alla realtà dei nostri giorni (radicalismo islamico compreso), esaminando per la prima volta numerosi indicatori sociali quali: la ricerca, l’istruzione e la diffusione della cultura scientifica, il ruolo della donna, la natalità, ecc. che mostrano come l’irruzione della scienza e della tecnologia nei Paesi musulmani stia aprendo contraddizioni e lacerazioni che prefigurano un futuro a oggi imprevedibile.
Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.