RECENSIONE: Venezia alla conquista di un impero. Costantinopoli 1202 – 1204, di Federico Moro

La quarta crociata brilla per la sua particolarità: come fu possibile che migliaia di crociati
franchi e germanici partirono per liberare dai saraceni la Terra Santa, per poi ritrovarsi ad assediare e conquistare la capitale dell’impero bizantino, Costantinopoli?

La ragione di questa strana deviazione ha un nome: civitas Rivoalti, una città che dopo questa impresa prenderà il nome dell’intera regione italica in cui è posta, ovvero Venezia.

Grazie all’attempato, ma più che determinato doge guerriero, Enrico Dandolo, Venezia in soli due anni acquisisce il “filo di perle” di basi navali, che le permetterà di dominare il Mediterraneo e le rotte commerciali dall’oriente all’Europa, eliminerà chi controlla i rubinetti di tale commercio, ovvero Bisanzio, utilizzerà in modo spregiudicato il movimento crociato per raggiungere i suoi obiettivi.

Sarà un’impresa compiuta sul filo del rasoio, basti pensare che i veneziani parteciparono alla quarta crociata da “scomunicati”, e utilizzando allo spasimo le risorse economiche e umane della città lagunare, dato che oltre la metà della popolazione maschile della città si tramutò in soldati e marinai crociati per due anni.

Una storia affascinante, che dovrebbe servire da modello per l’incerta Italia contemporanea.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Diario di guerra. 1914 – 1918, di Ernst Jüng

Nel 1914, un diciannovenne studente tedesco, dopo essere fuggito di casa per vivere un’avventura nella Legione straniera, si arruola volontario nell’esercito prussiano.

Come molti della sua generazione e del suo ceto sociale, cerca emozioni e adrenalina: ne troverà in quattro anni di guerra di trincea, ma intervallati da lunghissimi periodi di vita tediosa, immerso nel fango, nella sporcizia e nella miseria umana del primo conflitto mondiale.

È un diario quotidiano dove, per quattro anni, un ventenne segna minuziosamente quel che vede e vive.

Non aspettatevi aspre condanne alla guerra: l’autore è convinto di quel che fa, ne è quasi felice.

Ciò detto, il suo diario illustra la “quotidianità” del primo conflitto mondiale, dove esseri umani riuscivano a considerare “normali” situazioni e ambienti da pellicola horror, per poi dedicarsi alla collezione di coleotteri nelle pause dei bombardamenti (l’autore diventerà un discreto e appassionato entomologo).

Da questi diari l’autore trasse gli elementi per il suo libro più conosciuto, Tempeste d’acciaio, mente Remarque trasse ispirazione per il suo famoso Niente di nuovo sul fronte occidentale.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.