RECENSIONE: I dieci millenni dimenticati che hanno cambiato la storia di Jean-Paul Demoule

Per il 99% della sua storia, la specie umana ha cacciato, pescato e raccolto.

È giusto da “ieri”, dodicimila anni fa, che gli uomini, poche centinaia di migliaia di nomadi, isolati in piccoli gruppi, “inventano” l’agricoltura, l’allevamento e l’arte.

Ora stiamo per diventare nove miliardi e quasi tutti sedentari.

La società che abbiamo costruito è oggi molto diseguale, poiché circa 1,1% possiede la metà della ricchezza mondiale.

Come siamo arrivati fin qui? Cosa è successo in questi dieci millenni, troppo spesso assenti nel nostro bagaglio culturale?

Grazie ad agricoltura e allevamento, la popolazione umana è cresciuta rapidamente, ha preso il controllo del pianeta e ha eliminato un gran numero di specie biologiche.

La continua espansione demografica ha portato alla creazione delle prime città, dei primi Stati e, infine, della scrittura e della storia.

Questa “rivoluzione neolitica” ha visto l’introduzione di pratiche che esistono ancora oggi: lavoro, guerra e religione.

Ma i nostri antenati neolitici erano consapevoli delle contraddizioni che stavano crescendo insieme a loro? Ed è vero che questi cambiamenti sono sempre stati ben accetti dalle popolazioni neolitiche?

Jean-Paul Demoule, archeologo e appassionato divulgatore, propone una nuova visione della preistoria e della nostra relazione con il mondo così com’è, o come potrebbe essere, descrivendo nel dettaglio, ma senza annoiare il lettore, le scoperte archeologiche meno conosciute.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene

RECENSIONE: Geopolitica dell’Impero romano di Yann Le Bohec

L’Impero romano aveva una sensibilità geopolitica? Ovvero in qualche modo “programmò” la sua espansione e il suo mantenimento sulla base di scelte strategiche, derivanti dal territorio e dai confinanti, oppure spesso e volentieri adottò scelte pragmatiche e derivanti da scelte politiche cogenti?

E infine come fu possibile la costruzione e il mantenimento secolare di un impero che annoverava popoli diversissimi, frontiere estese lungo 17.000 chilometri, e la cui sicurezza era fornita solo da una trentina di legioni che, con i loro ausiliari, arrivavano appena a 250.000 uomini?

Quest’opera analizza le condizioni politiche, militari, economiche e ideologiche che permisero a una piccola città del Lazio d’imporsi all’Italia e all’intero bacino del Mediterraneo.

Lo studio consente di comprendere come, secolo dopo secolo, il pragmatismo di generali e imperatori permise loro di impiegare al meglio i mezzi di cui disponevano e di sfruttare le più varie condizioni geografiche che si presentarono sui diversi scenari, assicurando l’espansione e la difesa territoriale.

Dalle guerre puniche alle invasioni barbariche, passando per gli scontri contro Germani o Persiani, e per la difesa degli pseudo-limes, quest’opera ci offre un’appassionante percorso di scoperta delle ragioni che permisero a Roma di imporsi al mondo conosciuto.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.