RECENSIONE: Chi ha spostato il mio formaggio? di Spencer Johnson

Siamo in un labirinto abitato da due topi e da due gnomi. Il comportamento degli gnomi ricorda quello dell’essere umano, infatti gli gnomi immaginano il futuro e si creano spesso delle aspettative. Al contrario, i topi sono mossi dall’istinto e dai propri impulsi. Un giorno, i quattro protagonisti della storia trovano un deposito di formaggio, che garantisce loro scorte di cibo per un periodo di tempo che pare illimitato.

Quando, però, il formaggio finisce, gli gnomi si trovano impreparati, sono sconvolti dall’evento inaspettato e rifiutano di accettarlo. I topi, invece, senza pensarci troppo, si lanciano alla ricerca di un nuovo deposito di formaggio. Inutile dirlo: questi ultimi trovano quasi subito un nuovo deposito, mentre i due gnomi, ormai accecati dalla fame, si rifiutano di muovere un passo e pretendono di trovare un colpevole. Uno dei due capisce che è arrivato il momento di accettare la realtà e di seguire l’esempio dei topi, tuttavia l’altro gnomo, che ha paura del futuro e che si immagina gli scenari peggiori, non è d’accordo e cerca di mettere in guardia il collega. Quest’ultimo decide comunque di partire da solo e si accorge che più si addentra nel labirinto più i timori sembrano scomparire. Durante il suo viaggio impara ad accettare il cambiamento e a vedere la realtà da una nuova prospettiva.

Questo volume viene adottato spesso nelle aziende che si ritrovano ad affrontare periodi di grande cambiamento, tuttavia i suoi insegnamenti possono essere applicati anche nella sfera privata. Infatti, il formaggio rappresenta la fonte di felicità dell’individuo, alla costante ricerca di stabilità. Chi ha spostato il mio formaggio? ci aiuta ad accogliere il cambiamento, a non resistergli e a imparare a fluire con esso.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Il tenente di Andre Dubus

“Vivere una menzogna per farla diventare reale” … è in questa affermazione che il senso e il significato di questo romanzo possono essere riassunti.

Una portaerei statunitense in navigazione nel Pacifico, una compagnia di marines a bordo, un giovane tenente di fresca nomina che “crede” nel suo ruolo, nel corpo cui appartiene, in quella che ha deciso essere, costi quel che costi, la professione della sua vita.

Accadono cose terribili a uno dei suoi uomini, ne fanno di altrettanto terribili alcuni suoi commilitoni… ma quando il giovane ufficiale prova ad applicare quello in cui crede, quelle che sono le regole scritte su manuali e che ha imparato in accademia, ebbene il sistema gli segnala che ciò non va bene, tanto da punirlo… la menzogna diventa reale, ma la realtà non è quella scritta sui manuali.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Perché le nazioni falliscono di Daron Acemoğlu e James A. Robinson

Per chi ha avuto la fortuna di leggere Armi, acciaio e malattie di J. Diamond, questa opera sarà non solo una piacevole scoperta ma, soprattutto, un nuovo e affascinante modo per inquadrare il tema dello sviluppo.

Gli autori, con una miriade di esempi e casi, puntano a uno specifico obiettivo: dimostrare che il modello politico inclusivo, basato sulla partecipazione della popolazione (quello che comunemente è definito democrazia), è strettamente intrecciato con lo sviluppo economico.

Tertium non datur, anche quando si esaminano casi di sviluppo e crescita economica avviati da sistemi politici autoritari e con una classe dirigente che si muove, mutatis mutandis, come un moderno Re Sole.

Non è insomma un testo piacevole a leggersi per l’élite della Repubblica Popolare Cinese o per quella degli ayatollah iraniani.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: : Snowden’s Box. La fiducia nell’era del controllo di Jessica Bruder e Dale Maharidge

Questo è un saggio, o meglio un romanzo, quasi un giallo, sulla fiducia tra le persone.

Scritto dall’autrice di Nomadland e dal vincitore del Premio Pulitzer per la saggistica del 1990, racconta come alcune normalissime persone, accomunate dalla ricerca della verità e dalla fede nella libertà di informazione, riuscirono a rendere pubblici i documenti relativi alla più grande fuga di notizie sulla sicurezza statunitense nell’era digitale.

Tutto ciò fu possibile grazie al servizio postale degli Stati Uniti (sic!) e ad alcune persone, contattate da Edward Snowden, che beffarono l’apparato di sorveglianza statunitense grazie all’amicizia e alla fiducia che li legava.

Un testo che si legge tutto d’un fiato, avvincente… e con un’appendice utilissima che spiega come tutelare la propria privacy ai tempi dei social network e della posta elettronica.

Disponibile presso la biblioteca Eirene.

RECENSIONE: Eudaimonia. La via della virtù come senso dell’esistenza

Eudaimonia, dal greco εὐδαίμων ovvero “felice”, è la felicità intesa come scopo fondamentale della vita. Nel suo ultimo libro, Marco Mandrino, fondatore di una delle più grandi scuole di yoga italiane, si rivolge a coloro che vorrebbero prendere le distanze da tutto ciò che è superfluo, per dedicare la vita alla ricerca di Eudaimonia.

Il testo è diviso in quattro parti. Nella prima, l’autore prova a dare una definizione generale del termine. La seconda parte ha l’obiettivo di approfondire il concetto di identità, facendo riferimento alle diverse religioni, come il Cristianesimo e il Buddhismo, alle diverse correnti filosofiche, passando dal non-dualismo dell’Advaita Vedanta, dall’atomismo di Democrito e da Carl Jung, e all’idea di comunità. Nella terza parte, il lettore ha l’occasione di scoprire quali sono gli archetipi che lo accompagneranno durante il lungo viaggio verso Eudaimonia: il ribelle, l’asceta/sciamano e il barbaro. Infine, nella quarta parte, l’autore fornisce qualche suggerimento pratico che si basa sulla sua storia personale, spiega al lettore l’importanza della meditazione e dell’esercizio fisico come pratica quotidiana, dell’alimentazione, dell’adrenalina, e così via.

Per inseguire Eudaimonia, l’essere umano dovrebbe fare ritorno alle proprie origini, alla natura e alla caccia. In questo contesto, la violenza e l’aggressività sono considerate due caratteristiche innate dell’Homo Sapiens. L’autore consiglia di allenare il lato Yang presente in ognuno di noi attraverso gli sport da combattimento, come le arti marziali e la lotta, per non soffocare quell’aspetto del proprio essere che la società contemporanea vuole sopprimere.

Sebbene Marco Mandrino possa suonare talvolta provocatorio, è importante tenere a mente che il libro riflette le sue idee e la sua esperienza, il lettore può essere d’accordo o meno. L’obiettivo del testo è quello di fornire degli spunti di riflessione e una visione della realtà diversa da quella a cui siamo abituati.

Chi cerca Eudaimonia “si muove nel tentativo di raggiungere qualcosa di irraggiungibile che – paradossalmente – è sempre con lui”.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: La guerra è finita di David Almond

David Almond, pluripremiato autore britannico di libri per ragazzi, presenta al lettore l’Inghilterra del 1918 attraverso gli occhi del piccolo John, il cui padre è partito per combattere contro i tedeschi, mentre la madre lavora in una fabbrica di granate.

La Prima guerra mondiale è ormai agli sgoccioli ma il conflitto è entrato a tal punto nelle case delle persone da diventare parte di loro, come un morbo. La scuola di John organizza addirittura delle gite scolastiche presso la fabbrica di granate. Dagli insegnanti ai bambini, tutti promuovono l’utilità della guerra e l’odio verso il nemico.

In pochi sono immuni e ricordano come era la vita prima del conflitto. Tra questi c’è lo zio Gordon, un obiettore di coscienza considerato dai più un traditore della patria, che si nasconde nel bosco e ogni tanto tiene dei brevi discorsi in piazza sperando di risvegliare le coscienze.

John si lascia influenzare dallo zio Gordon e capisce che anche in Germania ci sono dei bambini come lui, che con la guerra non c’entrano nulla.

La sensibilità del piccolo protagonista offre al lettore diversi spunti di riflessione. Una volta che la guerra è finita, lo zio Gordon verrà accettato nuovamente dalla società? E che cosa ne sarà di tutte quelle granate che riempiono la fabbrica? È possibile lasciarsi alle spalle il trauma della guerra?

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: La conta dei salvati di Anna Bravo

Scrivere di guerra è, soprattutto, raccontare il sangue versato, cercando le ragioni di tale scempio.

Ma nella storia delle guerre e dei conflitti armati vi è, anche, un altro racconto.

Persone e gruppi, come quei soldati della Grande Guerra, che concordavano tregue e momenti di sopravvivenza fra le trincee opposte.

Popoli, come quello danese, che misero in salvo i loro concittadini ebrei.

Semplici contadini, come tanti italiani, che nascosero e protessero migliaia di militari sbandati e di prigionieri di guerra.

Diplomazie e leader che hanno tramato la pace, non sempre la guerra.

Senza Mandela e Tutu non ci sarebbe stata una transizione pacifica in Sudafrica, senza King un così forte movimento per i diritti civili, senza il Dalai Lama una nonviolenza tibetana, senza Ibrahim Rugova una kosovara e, soprattutto, una nonviolenza tout court senza Gandhi.

La conta dei salvati  racconta questa storia, spesso dimenticata.

Una storia che non sempre ha avuto o è stata di successo, basti pensare alla situazione attuale del Kosovo e del Tibet.

O meglio, un successo, un obiettivo l’ha raggiunto: risparmiare sangue, da entrambi i lati delle parti in conflitto.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: V13. Cronaca giudiziaria di Emmanuel Carrère

V13 di Emmanuel Carrère, vincitore del Premio Strega Europeo 2023, è il reportage del lunghissimo processo ai terroristi coinvolti negli attentati di Parigi del novembre 2015. Da qui il titolo V13, che sta per “venerdì 13”, ovvero il giorno delle stragi.

L’autore dedica ampio spazio alle testimonianze dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime, alla ricostruzione dei giorni che hanno preceduto gli attentati e all’arresto dei colpevoli, ma si interroga anche sulle motivazioni che hanno spinto questi ultimi a prendere parte alle stragi e sulla pena che meritano.

Carrère prova a spiegare come è strutturato un processo di questa portata e cerca di fornire al lettore una visione di insieme dei rapporti tra Francia e mondo islamico.

V13 ci permette di conoscere alcune delle persone che, in un modo o nell’altro, si sono ritrovate tra le mura del tribunale insieme all’autore: gli avvocati dell’accusa e della difesa; i colleghi giornalisti; Georges Salines che ha perso la figlia Lola la notte delle stragi e che ha scritto un libro a quattro mani con Azdyne Amimour, il padre di uno dei terroristi del Bataclan; Nadia Mondeguer, insegnante di arabo e madre di Lamia, ragazza scomparsa al café La Belle Equipe. Giusto per citarne alcuni.

Il testo è suddiviso in paragrafi e lo stile di Carrère è scorrevole, nonostante la complessità dei contenuti. Una lettura consigliata e che invita alla riflessione.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Israele contro Israele (LIMES)

Ed. Marzo 2023

Il terzo volume di Limes del 2023 è dedicato alla violenta crisi costituzionale, politica e sociale che sta investendo lo Stato ebraico.

Innescata dalla controversa riforma giudiziaria voluta dal governo di Benjamin Netanyahu per circoscrivere, tra l’altro, il potere della Corte suprema e votata dalla maggioranza alla Knesset (Parlamento), la legge ha scatenato ampie proteste.

A queste hanno preso parte, in modo inedito, vasti settori del mondo istituzionale ed economico, oltre che degli apparati di difesa (esercito, aviazione, intelligence).

Sarebbe però riduttivo leggere gli eventi solo come mobilitazione democratica contro una legge censoria con cui il premier cerca di sottrarsi al giudizio della magistratura.

L’iniziativa del governo più “a destra” della storia israeliana, entrato in carica pochi mesi fa, e la veemente opposizione che suscita si inscrivono infatti nella crisi ormai strutturale di un Paese in perenne tensione tra natura ebraica (dunque etnico-confessionale) e democratica.

La dirimente figura di Netanyahu e l’estremismo delle forze ultraconservatrici del suo esecutivo sono al contempo causa ed effetto della “tribalizzazione” denunciata pubblicamente nel 2015 dall’ex presidente Reuven Rivlin.

Esito, questo, delle profonde e irrisolte contraddizioni di uno Stato nato e sviluppatosi in condizioni d’emergenza, la cui natura composita ha finora impedito di formulare una costituzione.

Una crisi in atto, dagli esiti e dagli sviluppi imprevedibili, con conseguenze a cascata sui delicati equilibri, e disequilibri, di tutto il Medio Oriente.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: D-Day. Storia dello sbarco in Normandia di Stephen E. Ambrose

Il D-Day, ovvero il 6 giugno 1944, diede inizio, con lo sbarco alleato in Normandia, all’offensiva che avrebbe posto fine all’oppressione nazista in Europa.

Stephen Ambrose ha ricostruito con straordinaria passione i preparativi e lo svolgersi dell’invasione, concentrandosi tanto sui grandi disegni strategici quanto sulle vicende degli umili soldati che spesso dovettero improvvisarsi eroi.

Basato su anni di ricerche e su oltre 1400 interviste con veterani americani, inglesi, canadesi, francesi e tedeschi, “D-Day” è la cronaca di una delle grandi battaglie della storia.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.