RECENSIONE: Il potere segreto. Perché vogliono distruggere Julian Assange e WikiLeaks di Stefania Maurizi

Nella cella di una delle più famigerate prigioni di massima sicurezza del Regno Unito, un uomo lotta contro alcune delle più potenti istituzioni della Terra, che da oltre un decennio lo vogliono distruggere: è un giornalista.

Si chiama Julian Assange e ha fondato WikiLeaks, un’organizzazione che ha profondamente cambiato il modo di fare informazione nel XXI secolo, sfruttando le risorse della rete e violando in maniera sistematica il segreto di Stato, quando questo viene usato non per proteggere la sicurezza e l’incolumità dei cittadini ma per nascondere crimini e garantire l’impunità ai potenti.

Stefania Maurizi, l’autrice di questo libro-inchiesta, è l’unica giornalista italiana che ha lavorato fin dall’inizio su tutti i documenti segreti di WikiLeaks, a stretto contatto con Julian Assange, incontrandolo molte volte. Ha contribuito in maniera decisiva alla ricerca della verità, citando in giudizio quattro governi, gli Stati Uniti, l’Inghilterra, la Svezia e l’Australia, per accedere ai documenti del caso.

L’autrice conduce il lettore con pazienza, ma con dovizia di dati e particolari, nella vera e propria odissea vissuta da Assange.

Un testo leggibilissimo e non pedante… quasi una spy story, con un particolare non da poco: purtroppo si racconta quello che è realmente accaduto e che accade tutt’oggi. Purtroppo per l’idea che abbiamo di democrazia e libertà in occidente.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

LE GUERRE DELL’EST: DALLA EX JUGOSLAVIA ALL’UCRAINA, INCONTRO CON GIGI RIVA E GERMANO DOTTORI

Nella serata di venerdì 17 marzo si è svolto il secondo appuntamento del progetto Leggere la pace per costruire la pace, presso il Mutuo Soccorso di Bergamo, finanziato dalla Fondazione della Comunità Bergamasca e organizzato da Eirene – Centro Studi per la Pace. 

Claudio Di Blasi, presidente di Associazione Mosaico, e Matteo Bianchi, della libreria Incrocio Quarenghi, hanno intervistato il giornalista Gigi Riva e Germano Dottori, del comitato scientifico di Limes.

LEGGERE LA PACE PER COSTRUIRE LA PACE: dibattito con GIGI RIVA e GERMANO DOTTORI

Venerdì 17 marzo alle 18:00 si terrà il secondo appuntamento del progetto Leggere la pace per costruire la pace, organizzato da EIRENE con il finanziamento della Fondazione della Comunità Bergamasca e la collaborazione di Associazione Mosaico, AVOLON, Cesc Nord Italia, LAB80, Associazione Generale di Mutuo Soccorso (Bergamo), Libreria Incrocio Quarenghi.

Gli ospiti della serata saranno il giornalista Gigi Riva e Germano Dottori, del comitato scientifico di LIMES. 

L’incontro sarà moderato da Claudio Di Blasi, presidente di Associazione Mosaico, e da Matteo Bianchi, libreria Incrocio Quarenghi.

INGRESSO GRATUITO, è gradita la prenotazione

IL FASCISMO E LA GUERRA, INCONTRO CON ANTONIO SCURATI

Nella serata di venerdì 3 marzo, si è svolto presso Lo Schermo Bianco a Bergamo il primo degli eventi del progetto Leggere la pace per costruire la pace, finanziato dalla Fondazione della Comunità Bergamasca e organizzato da Eirene – Centro Studi per la Pace.

Ospite della serata è stato lo scrittore Antonio Scurati, autore della trilogia (un quarto capitolo è in preparazione) sulla vita di Benito Mussolini e vincitore del Premio Strega 2019, sul tema “Il fascismo e la guerra”. L’incontro è stato introdotto e moderato da Claudio Di Blasi, presidente di Associazione Mosaico.

RECENSIONE: M. Gli ultimi giorni dell’Europa di Antonio Scurati

Siamo alla terza puntata del racconto di Antonio Scurati su uno dei maggiori protagonisti della storia del XX secolo: il fascismo italiano.

L’autore ha l’estro e l’abilità di riuscire a far diventare le pagine di storia, che spesso ci hanno annoiato sui banchi di scuola, un vero e proprio romanzo con protagonisti, comprimari e macchiette.

Un’abilità rara, anche perché gli anni oggetto di quest’opera, dal 1938 al 1940, sono quelli in cui l’Italia fascista si rivela per quel che è: un bluff economico, politico e militare, che trascinerà un’intera nazione nel disastro e nella tragedia della Seconda guerra mondiale.

Sono gli anni delle leggi razziali, che colpiscono anche fascisti di lunga data e fedeltà, della subordinazione diplomatica (e quasi psicologica) del regime italiano a quello germanico e hitleriano, dell’illusione del regime fascista di potersi barcamenare nei rapporti tra democrazie occidentali, regime sovietico e corsa alla conquista dello “spazio vitale” nazista.

Uno sguardo impietoso sul ceto dirigente fascista dell’epoca, con particolare attenzione alla figura del ministro degli esteri Ciano, che in altri luoghi e da altri autori è stato tratteggiato a figura “moderata e ragionevole” del fascismo.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: il conflitto in Ucraina visto da tre prospettive diverse (Luigi Chiapperini, Nicolai Lilin, Alessandro Orsini)

Esercitare lo spirito critico non è facile, soprattutto quando l’oggetto di tale pratica mentale deve essere effettuato su una guerra in corso e in cui, volenti o nolenti, il nostro Paese è coinvolto.

Una metodologia può essere quella di leggere testi che, da angolature e prospettive diverse, affrontano la questione, ovvero la guerra in Ucraina: in tutto stiamo parlando di tre opere, per complessive 450 pagine.

Iniziamo con l’opera di Luigi Chiapperini, generale di corpo d’armata dei lagunari, con alle spalle comandi quali quello del contingente italiano in Kosovo (2001), in Libano (2006) e del contingente multinazionale NATO in Afghanistan nel 2012-2013.

Un’opera agile, pubblicata nel giugno 2022 ma che nella sua lucida e disincantata analisi mantiene una freschezza e un’attualità che di questi tempi non è facile rintracciare.

Del resto il titolo del volume è in sé un programma: “Il conflitto in Ucraina. Una cosa troppo seria per certi generali ma specialmente per certi politici”.

Proseguiamo con Nicolai Lilin ed il suo Ucraina, la vera storia. Lilin è uno scrittore, qualcuno lo potrebbe definire un romanziere, ma di questi tempi val la pena di leggere cosa scrive sul conflitto ucraino, anche solo perché è un “russo” che non è mai stato tenero con il governo e le istituzioni della sua patria.

Nell’opera di Lilin il maggior pregio è quello di descrivere alcuni “lati nascosti” dell’Ucraina, tenuti in secondo piano (quando non nascosti sotto il tappeto) dalla propaganda di guerra in corso: dalla crisi sistemica del sistema industriale, alle istituzioni gravate dalla corruzione e dal malaffare, ai dubbi sulla costruzione della identità nazionale ucraina.

Con il volume Ucraina, critica della politica internazionale iniziamo ad avventurarci in un vero e proprio campo minato intellettuale, visto che l’autore è il contestato, molto contestato, Alessandro Orsini.

L’opera di Orsini può essere considerata una sorta di “memoria difensiva” di quanto ha detto e scritto sui media nazionali in questi mesi.

Una memoria che, per chi ha avuto la fortuna di seguire qualche corso universitario di sociologia, risulta abbastanza convincente: in fin dei conti Orsini non ha fatto altro che applicare al conflitto ucraino modelli di interpretazione insegnati da decenni e che si rifanno a Max Weber o Jürgen Habermas, tanto per fare due nomi di intellettuali che difficilmente possono essere definiti come putiniani.

Purtroppo, quando si è parte di un conflitto armato, l’analisi scientifica (se la sociologia può essere considerata una scienza) non sempre è ben accetta, in particolar modo quando propone ipotesi o letture della realtà non allineate.

Volumi disponibili presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Storia delle epidemie: dalla Morte Nera al COVID-19 di Frank M. Snowden

Vi apprestate a leggere un’indagine multidisciplinare della storia medica e sociale delle principali epidemie emerse nel corso della storia.

L’autore spiega come i focolai infettivi di massa, dalla Morte Nera alla più recente SARS, abbiano inciso sulle società del passato e le abbiano plasmate in maniera significativa.

Sorretto da una vena comparativa, Snowden illustra i modi in cui le malattie non hanno solo influenzato la scienza medica e la salute, ma hanno anche reindirizzato i percorsi di arte, religione, storia intellettuale e guerre.

Il tentativo dell’autore è chiaro sin dalle prime pagine: le epidemie sono la conseguenza di situazioni economiche, produttive, commerciali, urbanistiche che creano un vero e proprio “brodo di cultura” per la loro deflagrazione.

Interessanti alcuni capitoli dedicati a eventi poco conosciuti ai più: un esempio per tutti, il fallimento, causa epidemia di febbre gialla, della spedizione napoleonica ad Haiti, con le enormi conseguenze geopolitiche che ne derivarono.

Chiude l’opera un “epilogo” dedicato all’epidemia di COVID-19 in Italia, che lascia quell’attimo perplessi per le fonti su cui si basa l’analisi e per i risultati della stessa: un aspetto negativo che non diminuisce nel suo complesso la validità dell’opera.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: L’arco dell’impero. Con la Cina e gli Stati Uniti alle estremità di Qiao Liang

L’autore, Qiao Liang, in collaborazione con Wang Xiangsui, nel 1999 scrisse Guerra senza limiti, un’opera che con un anticipo di due anni prefigurava quanto sarebbe accaduto con l’attacco alle Torri Gemelle per ciò che riguardava il senso e il modo di fare la guerra.

Alto ufficiale, ora in pensione, dell’Esercito Popolare di Liberazione, Qiao Liang approfondisce con questa sua nuova opera il senso e il significato economico dei conflitti, partendo da alcune domande fondamentali.

Qual è la natura degli imperi? Come nascono, si sviluppano e muoiono? In quali modi e in quali tempi seguirà questa parabola l’ultimo degli imperi ancora in vita, quello statunitense? E la Cina, una volta completatosi il processo di avvicendamento, che tipo di impero sarà?

Tra attacchi all’illusoria supremazia del dollaro, moniti alla correttezza morale della finanza, digressioni storiche e bagliori visionari, Qiao Liang si chiede infine se forse non stia arrivando l’inverno più freddo nella storia dell’economia globalizzata, come esso si stia configurando e come raffredderà il mondo.

È un modo diverso di leggere la realtà, non solo per chi si interessa di questioni economiche o militari, ma anche per chi è semplicemente un occidentale, un cittadino europeo: in questi tempi di guerra in Europa, è un testo da leggere e su cui riflettere.

Il saggio introduttivo del Generale Fabio Mini, un vero libro nel libro, lo accompagna ponendolo al rango di coautore di questa edizione.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: La scimmia armata di Peter Turchin

L’uomo è votato alla cooperazione o al conflitto?

L’evoluzione genetica forse non può spiegare fino in fondo l’anomalia che ci ha reso l’animale ultra-sociale che siamo oggi, ma la cooperazione sembra essere il fondamento del nostro progresso.

Peter Turchin, un professore di entomologia passato a studiare la storia delle società umane applicando le modellizzazioni matematiche all’indagine storica e sociologica,  prova a fornire una risposta apparentemente paradossale:  il grande motore dell’ultra-socialità umana  è stato proprio il conflitto.

Insomma, è grazie alla guerra e alla competizione che si è affermato uno spirito di uguaglianza, e i nostri miracolosi poteri di cooperazione sono stati forgiati nel fuoco della lotta tra gruppi sempre più vasti e organizzati.

Un testo in sé affascinante e molto godibile nella lettura.

Un nota bene finale: quanto sostenuto da Turchin non è un’esaltazione del conflitto e della violenza, bensì una ricerca razionale delle ragioni di fondo che hanno spinto la specie umana verso un futuro di cooperazione e, si potrebbe aggiungere, di soluzione nonviolenta dei conflitti.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.