RECENSIONE: La febbre dell’Artico (LIMES)

Ed. Gennaio 2019

L’Artico non è più quel luogo misterioso e affascinante, sfondo ad avventure epiche di esploratori o di eroi salgariani. Come disse un ufficiale statunitense: “La maledetta cosa si sta sciogliendo”… c’è chi si preoccupa di ciò da un punto di vista ambientale, c’è chi pensa alle conseguenze per il destino del pianeta…. e chi più prosaicamente getta uno sguardo interessato alla trasformazione ambientale in atto, sognando nuove rotte commerciali e sfruttamento di immensi giacimenti di materie prime, ovvero preoccupandosi delle conseguenze sugli equilibri militari.

È la geo politica, bellezza! E tanto vale che approfondiamo il ragionamento pure noi, grazie a questa monografia di Limes.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: I Longobardi di Nicola Bergamo

La storiografia italiana ha spesso sottovalutato l’impatto sulla penisola italica dell’arrivo del popolo (o meglio dei popoli) dei Longobardi.

In due secoli queste popolazioni dalle “lunghe barbe” (da qui la loro denominazione) non solo occupano l’intero nord Italia e buona parte del Centro e del Sud, ma fanno transitare la penisola dall’epoca dei “Romani” a quella medievale, espellendo i bizantini e confrontandosi-scontrandosi con il nascente potere temporale del Papa.

Un saggio agile, leggibile e godibile, che ci narra la storia di queste tribù nordiche dall’avvio della lunga strada che dalla Scandinavia lì porterà sino in Italia, fino alla scomparsa del loro regno ad opera dei Franchi.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene

RECENSIONE: Essere Germania (LIMES)

ed. Dicembre 2018

Vista da un italiano qualunque, la Germania appare forte, unita, un poco arrogante: con i suoi atteggiamenti ricorda un poco il primo della classe al liceo (antipatico per antonomasia), un poco la deamicisiana maestrina della penna rossa.

Questo numero di Limes ci conduce nelle complesse, e spesso sotterranee, contraddizioni del quarto Reich merkeliano, contraddizioni fatte di difficile  rapporto stato centrale – land, di una postura internazionale difficile da scegliere, di forze armate dove gran parte degli aerei, navi e carri armati sono inutilizzabili, di una Unione Europea che conviene ai tedeschi ma che contemporaneamente non piace.

E, come accadeva quando il primo della classe prendeva un brutto voto, viene facile un ghigno di soddisfazione alle labbra… meglio evitarlo: la Germania ha il pessimo vizio di trascinare con sè il resto d’Europa, nel bene e nel male.

Disponibile presso la Biblioteca Eirene

RECENSIONE: Paride o il futuro della guerra di Liddell Hart

Raramente la prefazione di un libro occupa più spazio del testo originale. È il caso di questa opera, e dà l’idea della complessità e ricchezza dell’autore, Liddell Hart. Benché si tratti di un breve saggio scritto negli anni trenta, la sua contemporaneità è affascinante: l’autore stigmatizza la stupidità della guerra (come da lui vissuta direttamente nelle trincee francesi della prima guerra mondiale) e prova ad indicare modi e logiche diverse per condurre un conflitto armato, evitando gli inutili massacri a cui aveva direttamente assistito: forse un obiettivo utopico, certamente le “soluzioni” indicate appaiono oggi in parte per lo meno balzane.

Rimane il fatto di uno sforzo intellettuale tendente ad un solo obiettivo: evitare che il conflitto armato si risolva in un massacro senza scopo e privo di risultati.

RECENSIONE: L’arte della guerra di Boyd di Frans P. Osinga

Questo non è un testo per tutti.

John Boyd è conosciuto solitamente come “inventore” del ciclo OODA.

Ma questo volume non si limita a spiegare questo ciclo, bensì compie uno studio accurato dei fondamenti filosofici, strategici, scientifici che stanno alla base del pensiero boydiano.

Se prendete in mano questo volume aspettatevi di passare attraverso argomenti quali i prncipi della termodinamica, la teoria del caos, il principio di indeterminatezza, il tutto mediato con il pensiero strategico di Sun Tzu, Liddel Hart, Lenin e Che Guevara.

Un libro che è un brain storming, e che richiede tempo per essere “digerito”

RECENSIONE: Storia militare della Seconda guerra mondiale di Liddell Hart

Liddel Hart è considerato uno dei maggiori innovatori strategici del novecento, non a caso definito “Il capitano che insegnava ai generali”.

Non pensate di avvicinarvi ad un volume in cui si raccontano fatti d’arme o si dettagliano minuziosamente gli svolgimenti di questa o quella battaglia.

Liddel Hart prende “a pretesto” il racconto della seconda guerra mondiale per dimostrare come la guerra possa rilevarsi uno stupido massacro, e come compito degli ufficiali sia di pensare a combattere guerre non per distruggere l’esercito nemico, bensì per  indurlo a dichiarsi sconfitto con il minimo spargimento di sangue.

Non casualmente Liddel Hart fu ai suoi tempi accusato di pacifismo, cosa strana per un ufficiale.

RECENSIONE: La Francia mondiale (LIMES)

francia mondialeL’avvento di Macron all’Eliseo ha portato cambiamenti significativi nell’Unione Europea, come anche nei rapporti Italia – Francia.

Una raccolta di riflessioni che aiutano a comprendere l’idea che l’establishment francese ha di Europa nonché le ragioni di tale storica postura.

RECENSIONE: Quanto vale l’Italia (LIMES)

quanto vale l'italiaUn numero monografico di LIMES dedicato al Bel Paese, alle sue contraddizioni (geopolitiche ma non solo), ma soprattutto alle sue potenzialità a livello internazionale, potenzialità spesso non sfruttate.

Difficilmente il lettore sarà d’accordo con tutti i contributi pubblicati, ma sicuramente apprezzerà il loro grado di approfondimento.

RECENSIONE: La banalità del male di Hannah Arendt

La banalità del maleUn libro sconvolgente, sia per la testimonianza che porta su quanto accadde negli infami anni del nazismo, mai abbastanza conosciuti, sia per il punto di vista dell’autrice che offre visioni inedite, almeno per me, sulla situazione politica europea e, in particolare, italiana. Andrebbe letto soprattutto in questi confusi tempi in cui lo stesso titolo “La banalità del male” è diventato uno slogan e un modo di dire appunto “banale”, pronunciato in larga parte senza grandi consapevolezze. Sconvolgenti anche alcune visioni anticipatorie di possibili scenari futuri, non troppo lontani, in cui alcune perverse, quanto “normali”, riproposizioni di crudeli crimini su vasta scala potrebbero avverarsi.

RECENSIONE: La grande guerra patriottica dell’Armata Rossa 1941-1945 di David Glantz e Jonathan House

Un testo asciutto e senza fronzoli, che permette al lettore di comprendere appieno il contributo della Unione Sovietica alla sconfitta della macchina militare nazista.

Non troverete testimonianze dei protagonisti, bensì un racconto pacato del conflitto e delle sue varie vicissitudini strategiche, dove la carte geografiche allegate guidano il lettore nella comprensione della operazioni militari condotte dall’Armata Rossa e dalle forze dell’Asse.

L’autore analizza con particolare attenzione l’evoluzione della dottrina militare sovietica dalla seconda metà degli anni trenta alla fine del conflitto mondiale (compressa l’appendice della guerra in Manciuria), sottolineando la “capacità di apprendere” degli ufficiali e dei vertici militari sovietici, sia dalle sconfitte sia dalle modalità di condurre la guerra degli stessi avversari.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene